Opening Soon - Marzo 2026
- presto visitabile
La scoperta
Il mausoleo e la necropoli romana furono individuati già nel 1997 durante uno scavo di emergenza per la costruzione di un garage interrato in proprietà Sabini, alla via degli Aranci n. 25. Da quel momento fino al 2001, si sono susseguite diverse campagne di scavo, che hanno consentito di approfondire la conoscenza del sito, mettendo in luce la maggior parte delle strutture, delle evidenze archeologiche e dei materiali. In precedenza già durante gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso anche nelle proprietà vicine erano state rilevate numerose sepolture, confermando che quest’area in antico veniva utilizzata come necropoli a partire dall’età ellenistica fino al tardoantico.
Nei pressi della vicina Porta Parsano furono infatti rilevate sia sepolture alla cappuccina, sia urne cinerarie e columelle in tufo grigio e in marmo; oltre a queste fu scavata una camera funeraria ipogea, databile tra la fine del II e il I sec. d.C. dalle pareti interne decorate con pannelli rettangolari bianchi inquadrati da strette cornici in colore rosso pompeiano con crustae marmoree imitanti il primo stile pompeiano. Tutte le sepolture scavate in quest’area risultavano obliterate dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C..
Il progetto di restauro e la valorizzazione del sito archeologico
Nella primavera del 2025 sono stati eseguiti importanti lavori di riqualificazione dell’area per dare nuovamente luce ad un sito purtroppo dimenticato e mai conosciuto.
Il lavoro è stato eseguito da un’équipe formata da archeologi e restauratori, con il compito di rendere il sito visitabile e di accrescerne le conoscenze. Alla ripresa delle indagini l’area risultava ricoperta da una fitta vegetazione che purtroppo stavano compromettendo la conservazione delle murature e degli intonaci; questi ultimi in più punti risultavano distaccati, così come conci e elementi del paramento murario appoggiati impropriamente sulle murature stesse. Il restauro è avvenuto in contemporanea allo scavo archeologico, che si è concentrato all’interno del mausoleo con lo svuotamento delle nicchie e il recupero del materiale archeologico pertinente ai corredi funerari. Tutto il sito è stato valorizzato recuperando numerosi e interessanti oggetti che vengono oggi esposti all’interno delle vetrine. In contemporanea è stato realizzato un percorso che consente di visitare e raggiungere i punti essenziali del sito, godendo di tutti i punti più significativi che raccontano la storia della necropoli.
Le Fasi e la Cronologia del sito
Il sito archeologico ha visto una lunga frequentazione a partire dall’età ellenistica fino alla fase di abbandono tardo romana. Sono state infatti scavate durante le campagne di scavo degli anni ’90 sepolture ad inumazione in fossa terragna databili al IV secolo a.C. con corredo formato da oggetti in ceramica figurata di produzione locale e a vernice nera, oltre a unguentari in terracotta. Alla fase ellenistica appartiene anche una tomba con tetto a capanna.
Successivamente durante l’età tardo repubblicana furono realizzati i primi monumenti funerari e seppelliti alcuni individui, come testimoniano cippi in tufo grigio locale che si trovano nell’area nord del sito archeologico. Alla prima metà del I sec. d.C. si inquadra il mausoleo, insieme ai recinti funerari che lo circondano. Le columelle e i cippi funerari erano circa 60, sia in marmo bianco che in tufo grigio locale, rivolte a nord-ovest; davanti ai cippi erano poi dei blocchi di tufo sui quali venivano deposte le offerte. Il monumento viene poi sigillato dall’evento catastrofico dell’eruzione del 79 d.C. che determinò il crollo della copertura dell’edificio e l’abbandono momentaneo dell’area.
Tuttavia in breve tempo l’area funeraria fu nuovamente utilizzata, inserendo nuove sepolture all’interno del mausoleo stesso, come i due cippi in marmo che segnalano due tombe. Anche l’area circostante viene rioccupata almeno fino al tardoantico con la realizzazione di tombe alla cappuccina.
La Necropoli di epoca romana a Sorrento
Le necropoli di epoca romana, così come durante le fasi cronologiche precedenti, si disponevano all’esterno della città, ovvero fuori le mura, soprattutto sul versante orientale e meridionale. Un’area densa di sepolture è quella tra la località Sottomonte e l’Hotel Vittoria, frequentata a partire dall’età arcaica in continuità fino a quella imperiale. Già in età tardo repubblicana vengono costruiti monumenti funerari, come ad esempio in Piazza Tasso dove doveva essere un monumento, posto a ridosso della porta urbica per accedere alla città, decorato da statue in tufo locale. Alla fine del I sec. d.C. vengono costruito mausolei a pianta quadrata, come testimoniato a Sottomonte, in via Fuorimura nel fondo Chiomenzano e in via degli Aranci.
I mausolei risultano circondati da sepolture o da gruppi di sepolture organizzate in recinti, dove l’urna cineraria è segnalata da una columella, ovvero da un cippo o da una lastra in marmo che può recare informazioni sulla morte del defunto, probabilmente questi recinti erano organizzati su base sociale e familiare. I mausolei si disponevano in corrispondenza della viabilità antica in particolare la via Minervia, che consentiva di raggiungere l’attuale territorio di Massa Lubrense e Punta della Campanella. Un altro nucleo di sepolture di epoca imperiale con fosse scavate nel tufo o alla cappuccina è stato identificato presso la collina di San Renato, dove poi si continuerà a seppellire anche nei secoli successivi. I mausolei e le aree funerarie sono stati, secondo quanto documentato negli scavi archeologici, sepolti dalla cenere vulcanica del 79 d.C. e in breve tempo riutilizzati sempre come aerea di sepoltura in molti casi almeno fino al tardo antico.
Una visita, breve ma intensa, conduce tra i reperti lasciati esattamente dove furono trovati duemila anni fa e piú, regalando l’emozione di camminare nella storia e sentirne ancora il respiro.

